Ognuno è chiamato a costruire la pace raccogliendo la sfida del passato verso un futuro possibile.
Parlare di pace in modo serio e non superficiale, però, non è semplice. E’ naturale e abbastanza ovvio che tutte le persone preferiscano vivere in un mondo di pace anziché di guerra e di conflitto violento. Ma non è cosa altrettanto naturale essere in grado di gestire relazioni pacifiche, o sapere cosa significa veramente lavorare per la pace o conoscere gli strumenti per costruire un mondo dove i conflitti sono risolti senza violenza distruttiva. Infatti certe domande scomode, come ad esempio quelle che pongono la questione sull’opportunità di fornire armi a chi è oppresso da situazioni di violenza estrema, spaccano l’opinione pubblica o rimangono irrisolte alla radice.
Purtroppo la pace è un argomento che torna alla ribalta proprio quando essa non c’è più: i mezzi di comunicazione si focalizzano sulla pace quando scoppiano le guerre, o quando regimi oppressivi usano maggiore violenza del solito, oppure ancora quando situazioni di difficile convivenza tra popoli sfociano in conflitti fratricidi. In tutti gli altri momenti, purtroppo, la pace non è argomento degno di particolare attenzione.
Questo è uno dei punti focali, poiché la pace non è una conquista garantita una volta per tutte e non può essere data per scontata, ma deve essere costruita e sostenuta giorno per giorno. E’ necessario conoscere, informarsi, imparare a costruirla e metterla in pratica sia negli ambiti privati, sia sociali, sia a livello di gestione politica locale, nazionale e internazionale.
E’ quindi sterile disquisire se è opportuno o meno usare le armi e la violenza per difendersi in un conflitto armato, quando ormai la guerra è scoppiata. In una situazione del genere si possono mettere delle toppe, ma è troppo tardi per iniziare a costruire la pace.
La pace, infatti, non è la soluzione del problema guerra, bensì lo strumento per evitare la guerra, per prevenire l’uso della violenza. Se ci si pone il problema di usare mezzi pacifici solo quando la violenza ha ormai preso il sopravvento, non si può pretendere di vivere in un mondo di pace con basi serie e solide.
Come ha ben sottolineato Francesco Vignarca, coordinatore delle campagne della Rete Italiana Pace e Disarmo nell’incontro tenutosi il 2 dicembre scorso a Ponte San Pietro (BG), la pace non è una buona intenzione, ma una precisa scelta pratica, una scelta politica. Una decisione che deve essere presa ogni giorno e per la quale bisogna spendersi impiegando risorse, mezzi, energie e tempo.