Dal Forum di Sbilanciamoci! l’Alleanza Clima Lavoro lancia un messaggio chiaro e unitario per salvare il Pianeta dal collasso sociale e ambientale.
Contro-narrazione e convergenza.
Sono queste le due parole chiave che potrebbero riassumere il messaggio dell’Alleanza Clima Lavoro in occasione del Forum annuale di Sbilanciamoci! “L’Altra Cernobbio”, organizzato tra Como e Cernobbio dal 6 all’8 settembre scorsi e intitolato “È l’unica che abbiamo. Fermiamo le guerre e il collasso sociale e ambientale” (tutti i materiali e i video delle sessioni del Forum sono disponibili qui).
Le riflessioni e le proposte per arrestare la crisi climatica e socioeconomica in atto sono state al centro, sabato 7 settembre presso lo Spazio Cinema Gloria di Como, della sessione “Tutt@ al lavoro per la giusta transizione” promossa dall’Alleanza Clima Lavoro.
Il dibattito si è sviluppato a partire dagli interrogativi come far avanzare, in una fase storica così drammatica e complessa come quella attuale, l’impegno per una giusta transizione ambientale e sociale? Quali leve giuridiche, economiche, politiche, culturali attivare per coniugare le ragioni del clima e del lavoro nel contesto di una transizione che non lasci indietro nessuno? E come evitare la trappola di una “via autoritaria alla transizione” calata dall’alto e priva di una piattaforma di ancoraggio fatta di consenso e alleanze sociali in grado di sostenerla, peraltro di fronte all’affermarsi di un senso comune ostile alimentato da una parte rilevante dei media mainstream e della politica?
Dal confronto tra le relatrici e i relatori che si sono susseguiti nel corso della sessione sono emersi forti elementi di condivisione.
Non è possibile parlare di crisi climatica e ambientale senza riportare le sue cause alle fondamenta economiche, finanziarie e politiche su cui si regge l’ordine della globalizzazione neoliberista.
Dal globale al locale, i cambiamenti climatici causati da un modello di produzione, scambio e consumo predatorio e ancora largamente dipendente dalle fonti fossili, basato sulla riproduzione delle diseguaglianze, sul sistematico sfruttamento delle risorse e delle persone e su un sistema di regole che antepone il profitto e la competizione al benessere e alla cooperazione, stanno mettendo a repentaglio la salute del Pianeta e di chi lo abita. L’aggravarsi delle condizioni climatiche ed eco-sistemiche, le guerre e l’aumento indiscriminato delle spese militari, le crescenti tensioni geopolitiche, sono tutti segnali di un ordine che sta implodendo sotto il peso delle sue stesse iniquità e contraddizioni. In questo scenario di “policrisi”, la transizione ecologica scivola in secondo piano, diventando bersaglio del fuoco incrociato – orientato dalle lobbies del fossile – tra realpolitik e speculazione elettorale, mentre si fa egemone in Italia e altrove la narrazione secondo cui essa rappresenti un “bagno di sangue” per le lavoratrici e i lavoratori.