Quello che segue è un contributo alla consultazione per il  Piano d’azione nazionale per l’economia sociale, nell’ambito del processo di consultazione pubblica attivato dal Ministero dell’Economia e Finanza (MeF) in risposta al Piano europeo per l’Economia Sociale promosso dalla Commissione Europea.

Il contributo è scaricabile qui.

Ecco un estratto:

Come RIES riteniamo che il Piano presentato si basa su un impianto strutturale solido e ben articolato, che valorizza la ricchezza dei soggetti dell’economia sociale, in termini di competenze, capacità di trasformazione e azione per il bene comune. Si sottolinea, in particolare, l’attenzione sugli aspetti di interazione tra il settore pubblico e il privato sociale, così come la necessità di avere una visione integrata delle politiche pubbliche, in cui il patrimonio pubblico e l’amministrazione dialogano efficacemente con gli attori dell’economia sociale, in un’ottica di collaborazione e di co-progettazione.

Come Rete nazionale esprimiamo apprezzamento per il riconoscimento del ruolo delle reti di secondo livello quali soggetti di coordinamento, supporto e promozione delle realtà dell’economia sociale, nonché per la possibilità loro attribuita di svolgere funzioni di gestione finalizzate al rafforzamento e alla qualificazione delle attività delle organizzazioni del settore, anche attraverso “il coinvolgimento delle reti nella gestione di fondi pubblici e di programmi di finanziamento. In tale prospettiva, appare strategico valorizzare queste organizzazioni come attori nella gestione dei fondi strutturali e della programmazione territoriale”.

In questa cornice, partendo dall’esperienza dei propri soci, la Rete Italiana per l’Economia Solidale evidenzia quanto segue:

con riferimento al punto 53 del Piano: occorre riconoscere e promuovere le forme ibride di collaborazione tra imprese dell’economia sociale e imprese profit orientate all’impatto sociale: l’esperienza dei Distretti di economia solidale che creano legami, anche economici, tra consumatori organizzati in GAS, aziende agricole sostenibili, esperienze di piccola distribuzione organizzata, etc. sono un esempio di “ecosistema di prossimità ed economia sociale” orientata allo sviluppo locale e territoriale, in un’ottica di tutela del bene comune; un ruolo importante in questa prospettiva è svolto dalle MAG (Mutue Autogestioni) e dalla Banca Etica, che rappresentano esempi virtuosi di finanza mutualistica, partecipata e orientata all’economia reale; tali soggetti andrebbero sostenuti come strumenti finanziari strategici per l’espansione del settore;

In particolare, nel Piano nazionale manca un riferimento al ruolo delle monete locali e complementari che oggi non hanno un inquadramento normativo e fiscale. Proponiamo di aggiungerne la promozione e una possibile integrazione nel Codice del Terzo Settore, prendendo a riferimento quanto stabilito dalla Legge francese sull’economia sociale e solidale (ESS) (“Loi n° 2014-856 du 31 juillet 2014 relative à l’économie sociale et solidaire”),  che ne definisce le funzioni e i contorni rispetto al supporto e alla valorizzazione dei sistemi di economia sociale e solidale;

Con riferimento al punto 59 del Piano. I Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) e le forme di Piccola Distribuzione Organizzata (PDO) rappresentano esperienze chiave dell’economia sociale in campo agroalimentare e territoriale. Si propone di riconoscere formalmente il loro contributo alla sostenibilità ambientale e alla coesione sociale, integrandoli nelle politiche di filiera corta e nelle strategie per la sicurezza alimentare e lo sviluppo agricolo;

Con riferimento al punto 60 del Piano, si propone di ampliare il sostegno a filiere cooperative locali, favorendo la collaborazione con GAS, PDO e reti contadine autorganizzate, in un’ottica di economia circolare e di giustizia ambientale e in linea con quanto indicato all’art. 8, punto d) della Raccomandazione europea;

Con riferimento al punto 72 del Piano. In linea con l’art. 8, punto b) della Raccomandazione europea, si propone di riconoscere formalmente la partecipazione dei soggetti dell’economia sociale ai Tavoli di pianificazione industriale e agricola, al fine di garantire l’integrazione di criteri sociali, ambientali e territoriali nei processi di programmazione pubblica e industriale;

Con riferimento al punto 84 del Piano. Si propone di includere il valore economico del volontariato come forma di cofinanziamento nei bandi pubblici e nei partenariati per progetti d’interesse generale. Tale riconoscimento consente di: valorizzare il capitale umano e relazionale del volontariato; favorire la sostenibilità economica dei progetti; incentivare la collaborazione tra enti pubblici, terzo settore e cittadini attivi.

Infine, in riferimento al punto 38 del Piano, si ritiene opportuno che l’organismo nazionale per l’Economia Sociale si configuri come uno spazio stabile di analisi, monitoraggio e co-programmazione. La sua composizione dovrà assicurare un’adeguata rappresentatività, includendo reti e soggetti in grado di esprimere la pluralità delle esperienze presenti nel settore e di garantire una più stretta aderenza alle specificità e alle dinamiche locali dell’economia sociale.