Reportage di Altreconomia:
la Fiat promette una nuova “piattaforma” in Serbia. A spese degli operai di Kragujevac
“Qui a Kragujevac le cose non stanno proprio come le racconta la Fiat”, dice a inizio giugno Rajko Blagojević, segretario territoriale dei metalmeccanici del sindacato serbo “Samostalni”. Dietro all’annuncio di una “nuova piattaforma elettrica” fatto a Belgrado a fine aprile 2022 dall’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, e dal presidente della Repubblica Aleksandar Vučić, ci sarebbero infatti nuovi e pesanti licenziamenti. Con proposte alternative a quella di perdere il posto a dir poco ardite: ad esempio, spostarsi per due anni a lavorare in Germania, Polonia, Slovacchia o Italia a proprie spese e senza garanzie per il futuro.
Il tutto dopo oltre 10 anni di incentivi pubblici del governo serbo, condizioni fiscali di favore e costi del lavoro ridotti all’osso a beneficio della “FCA Srbija d.o.o. Kragujevac”, joint venture privato-pubblica che per il 67% è in mano a Stellantis (il colosso dell’automobile nato nel gennaio 2021 dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e PSA Groupe) e per il 33% all’esecutivo di Belgrado.
Il tutto dopo oltre 10 anni di incentivi pubblici del governo serbo, condizioni fiscali di favore e costi del lavoro ridotti all’osso a beneficio della “FCA Srbija d.o.o. Kragujevac”, joint venture privato-pubblica che per il 67% è in mano a Stellantis (il colosso dell’automobile nato nel gennaio 2021 dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e PSA Groupe) e per il 33% all’esecutivo di Belgrado.