Una settimana dedicata a tracciare nuove rotte per un futuro più sostenibile e umano in cui le comunità intenzionali assumo un ruolo importante di acceleratori del cambiamento dal basso. Domenica 26 Settembre 2021 si è svolto l’incontro “Il futuro è delle comunità intenzionali e sostenibili” organizzato da Rete Europea SALUS, RIVE e RIES, presso l’Ecovillaggio LUMEN in provincia di Piacenza, evento italiano di una serie di incontri europei coordinati da ECOLISE (rete europea di movimenti e organizzazioni basate sulla sul cambiamento climatico e sostenibilità) e sfociati in un incontro a Bruxelles trasmesso online martedì 28 settembre, per portare il messaggio alle istituzioni europee.
In tutta Europa, infatti, sempre più esperienze di comunità intenzionali, ecovillaggi, cohousing, vicinati solidali e progetti di permacultura necessitano di formule e definizioni comuni sul territorio e chiedono di poter riconoscere in termini legali una varietà di esperienze che vanno dal mutuo aiuto, alla gestione economica condivisa, fino ad arrivare alla condivisione di tempi e di regole di vita comuni.
L’incontro “ibrido” (in presenza e online) “Il futuro è delle comunità intenzionali e sostenibili” del 26 settembre ha focalizzato sulla proposta di legge depositata in parlamento dall’on. Alberto Zolezzi (M5S) e volta a riconoscere il ruolo di driver e acceleratori del cambiamento che svolgono le comunità intenzionali in Italia. Proprio il senatore Zolezzi, primo firmatario della proposta di legge, è intervenuto spiegando la proposta e aprendo anche nuove prospettive di collaborazione anche a livello europeo, per una proposta che vede, una volta tanto, l’Italia in prima fila rispetto agli altri Stati Membri dell’UE. Presente all’evento anche l’eurodeputata Eleonora Evi (Verdi europei), presidente dell’Interest Group SALUS presso il Parlamento Europeo, che ha descritto cosa si sta muovendo a livello europeo sul tema della sostenibilità e quali opportunità si aprono per questa prospettiva di cambiamento dal basso. Il webinar ha visto anche l’intervento di un altro rappresentante istituzionale: Piroska Kállay, membro ungherese della European Economic and Social Committee (EESC).
Uno degli aspetti fondamenti della proposta di legge è quello della cura delle relazioni mutualistiche ed economiche tra comunità intenzionali e territorio, come per esempio la partecipazione al bene comune, con azioni di carattere intersettoriale, trasversale e sinergico. «Le comunità intenzionali sono un potenziale molto interessante che potrebbe aiutare il nostro Paese a strutturare, dal basso e partendo da tante piccole realtà territoriali, quel cambiamento di rotta che l’Unione Europea sta promuovendo con il Green Deal Europeo e le politiche per la sostenibilità in genere” – ha spiegato Federico Palla, membro dell’Ecovillaggio LUMEN e coordinatore della Rete Europea del progetto SALUS (ideata nel 2018 da Milena Simeoni). “Abbiamo presentato una proposta di legge per introdurre un testo che inquadri e sostenga dal punto di vista normativo forme di vita comunitaria oggi sempre più diffuse e importanti”.
Un altro argomento è quello delle monete complementari, come risposta all’attuale necessità sociale di avere un mezzo di scambio che sia rappresentativo dei suoi utenti e del loro potere di acquisto, di valenza locale, sociale ed etica. Lemming Cactus della comunità piemontese ecovillaggio Damanhur, ha illustrato la loro esperienza in merito delineandone vantaggi e svantaggi e… possibili sviluppi per un prossimo futuro.
Si è poi discussa e chiarita l’importanza della diffusione delle cosiddette comunità energetiche, ovvero cooperative basate sulla produzione di energia rinnovabile, nelle quali siamo sia produttori che consumatori di energia, ma anche della collaborazione tra aree urbane e aree rurali, come risposta ai cambiamenti sociali in atto.
È stato interessante parlare di forme di Solidarietà Forte: quel tipo di auto – organizzazione mutualistica che ha per scopo la ricerca della giustizia sociale – alla base dell’economia solidale. Nuove teorie economiche generali, come la “Economia della Ciambella” mettono al centro le relazioni sociali e propongono un’economia circolare e condivisa che possa superare il modello attuale basato su crescita e competizione e dare una prospettiva positiva per il futuro. Non da ultimo, si è sottolineato come sia importante sensibilizzare e sollecitare le istituzioni italiane ed europee alla creazione di un welfare rivolto soprattutto alle comunità e ad iniziative sociali sostenibili, partecipando così ad un welfare comunitario.
“La crescita delle persone, dei cittadini, va inquadrata con un cambio di paradigma – ha esordito Jason Nardi di RIES, che ha continuato – la definizione più sostenibile di crescita non è quella su una scala verticale, indirizzata perciò all’aumento di benessere individuale e ego-centrato, ma una crescita su base orizzontale, decentrata e in rete, che promuova un benessere diffuso non solo in termini di economia, ma di salute, sane relazioni sociali, comunità di pratica”. Alcune di queste soluzioni esistono già e sono rappresentate, ad esempio dalle farmacie solidali cittadine e dalle cliniche di quartiere, presenti oggi in Grecia e in molti Paesi del Sud America, basate anche su metodi di cura olistici e tradizionali, improntati alla medicina alternativa.
Ma è sempre facile cooperare?
“Nient’affatto – chiarisce Jason – l’aspetto chiave è proprio quello del lavoro sulle relazioni interpersonali: bisogna lavorare molto su di sé, per creare delle sane relazioni di collaborazione, perché per la maggior parte di noi, per come siamo stati educati, è molto più facile competere che collaborare”.
E allora ecco che sorge una nuova competenza: quella relazionale viene ad arricchirsi di nuovi significati. Come ha spiegato Roberto Cirillo, dell’Ex Asilo Filangieri di Napoli, “È importante passare da una felicità individuale a una condivisa. Con queste parole ha introdotto il concetto del benessere relazionale, posto in contrapposizione al Benessere individuale che ha come modello quello dei valori del cittadino medio statunitense (basati soprattutto sull’accumulo di beni e denaro). Uno studio condotto da un’equipe di sociologi ha dimostrato che il benessere individuale (egocentrico), cresce al crescere dello status sociale, ma poi giunge ad un massimo oltre al quale addirittura ci sarebbe una decrescita in felicità. Viceversa, il benessere relazionale o di gruppo, basato sulla condivisione di risorse, energie, beni materiali ed intenti e fondato sui metodo del consenso, per quanto richieda un impegno ed un cambio profondo, può accrescere senza alcun limite la felicità di ognuno degli individui.
Ma, in sostanza, la comunità dell’Ex Asilo Filangieri, cosa fa?
Siamo una comunità fluida, in continuo divenire, potenzialmente illimitata, di lavoratori e lavoratrici dello spettacolo, dell’arte e della cultura che sta dando vita a un officina di cultura autogovernata e interdipendente, un centro culturale nel quale si fa arte e attività artistiche e un bene comune, aperto a chiunque voglia partecipare.
Cinzia Bonatti, di Cohousing Trentino, ha parlato dell’esperienza in particolare rivolta a senior e junior, come forma di vita sociale che promuove il benessere. “È importante, specie nei paesi in cui si vive più a lungo, dei quali Italia e Giappone sono capofila, vivere la terza età in buona salute. Ed è per questo che in Trentino è nato un progetto per insegnare il Co-housing, cioè forme di abitazione condivisa” permettendone la diffusione a tutta Italia. È altrettanto importante sensibilizzare gli stati dell’UE alla promozione di un welfare basato su pratiche di Co-housing modulare l’impatto sul welfare con soluzioni innovative per gli anziani.
Perché, dunque, sostenere la promulgazione di una legge in favore delle cosiddette comunità intenzionali?
Perché, in definitiva, rappresentano un modello di sviluppo decisamente più sostenibile e resiliente di quello su cui si fonda la maggior parte delle società individualistiche moderne, destinate, in base ad autorevoli studi condotti negli ultimi decenni, a portare a declino dell’attuale società e a una diminuzione di benessere. Benessere che, se condiviso, con la possibilità di sfruttare il potenziale tecnologico per favorire il cambiamento dal basso, andrà ad aprire la strada verso un’Europa più longeva e sostenibile.
Per sostenere la proposta di legge, la rete SALUS ha avviato anche una petizione congiuntamente con Rete Italiana Villaggi Ecologici, CONACREIS, Rete Italiana Cohousing e con l’adesione della Rete Italiana Economia Solidale (RIES), realtà associative del panorama nazionale che raccolgono reti comunitarie in Italia.
Per firmare la petizione a sostegno della proposta di legge: https://buonacausa.org/cause/comunitaintenzionali
Per rivedere il webinar del 26 settembre e gli altri di Communities for Future: https://communitiesforfuture.org/sustainable-communities