Continua la campagna per raccogliere 1 milione di firme di cittadini dell’UE attraverso l’INIZIATIVA DEI CITTADINI EUROPEI (ICE)
Mercoledì 12 ottobre abbiamo incontrato Deborah Lucchetti, di Fair e coordinatrice della campagna Abitipuliti #GoodClothesFairPay – Salari dignitosi nel settore tessile, una campagna che chiede una legislazione sui salari dignitosi in tutto il settore dell’abbigliamento, del tessile e delle calzature.
RIES aderisce alla campagna e chiede ai soci di promuoverla nei propri territori e contatti.
Il 12 ottobre abbiamo discusso su come farlo insieme e coinvolgere più realtà per sostenere la necessaria inversione di tendenza nel mondo dell’abbigliamento e della moda.
Qui l’approfondimento sul sito abitipuliti.org
Qui il rapporto 2022 “Il salario dignitoso è un diritto universale”
Qui il film sulla “fast fashion” Le Ali non sono in vendita
Con 300 milioni di lavoratori impiegati lungo tutta la filiera, l’industria dell’abbigliamento rappresenta uno dei principali settori produttivi e di impiego a livello globale. Negli ultimi 15 anni questa filiera ha subito profondi cambiamenti: ha acquisito maggiore estensione geografica e complessità, il numero di capi di abbigliamento prodotti è quasi raddoppiato, il loro tempo di utilizzo medio si è ridotto sempre di più. Questo cambiamento è legato all’esplosione del fenomeno della “fast fashion”, ossia la produzione e vendita di numerose collezioni in un anno a prezzi ridotti per un consumo di massa. Questo modello è insostenibile, sia dal punto di vista sociale che ambientale. Si stima infatti che quella dell’abbigliamento sia la seconda industria maggiormente esposta al rischio di forme di schiavitù moderna, con il 15% dei casi di lavoro forzato identificati in tutto il mondo. Sono in particolare le donne, largamente impiegate come manodopera, a subire violazioni che vanno dalla violenza e molestie sul luogo di lavoro alla discriminazione salariale di genere.