In occasione del suo 20° anniversario, il Movimento per l’Economia Solidale francese ha lanciato la pubblicazione di un libro per raccontare l’economia solidale e la storia del suo movimento. Dall’appello per un’economia solidale pubblicato su Le Monde il 18 ottobre 1995, sono passati 27 anni e le iniziative di solidarietà dei cittadini si sono diffuse e strutturate in un’economia solidale in movimento. L’economia solidale è stata in grado di innovare in molti ambiti dell’attività umana, di strutturarsi nei territori e in molti settori, di attraversare Paesi e continenti e di dialogare con altri approcci. Si è affermata l’economia sociale solidale (in Francia con una legge nazionale del 2014 e politiche pubbliche a sostegno) e il dibattito sul futuro è quanto mai vivace.
I circa cinquanta collaboratori di questo libro raccontano come hanno partecipato a una trasformazione dinamica della società basata sull’impegno dei cittadini è diventato “L’économie solidaire en mouvement (Economia solidale in movimento), un lavoro collettivo per capire come l’economia solidale contribuisca a trasformare le nostre vite per un mondo migliore. Tra gli autori principali, Jean Louis LAVILLE, Josette COMBES e Bruno LASNIER, riferimenti storici in Francia e non solo: fanno tutti parte di RIPESS Europe, la rete europea a cui aderisce anche RIES. Quest’anno – a undici anni dalla fondazione della rete -, è stato deciso di rifare il manifesto dell’economia solidale europeo, un esercizio per ripensare nell’attuale contesto cosa sta alla base e accomuna le molte organizzazioni che aderiscono da oltre 20 paesi. Non è un caso che anche in Spagna si sia fatto un simile percorso – e ne è uscita una campagna (“Siamo tutti parte dello stesso cambiamento!”). E così anche in Italia – dove RIES ha avviato un processo di revisione della Carta dell’Economia Solidale che ha visto le prime tappe quest’anno a Venezia e a Firenze e che continuerà l’anno prossimo, possibilmente con forum territoriali in tutto il paese.
Un Paese in movimento, “insorgente” come gli operai della GKN, la fabbrica che in questi giorni ha fatto una consultazione popolare sul territorio con tanto di seggi e voto registrato e la partecipazione di oltre 16000 persone, che hanno confermato la richiesta di un intervento pubblico con l’intenzione di trasformarla in una “fabbrica socialmente integrata” con il territorio. E’ già stata costituita una Società Operaia di Mutuo Soccorso e un GAS, collegando la fabbrica ai circuiti dei produttori locali ed dell’economia solidale. E si sta co-progettando una riconversione alla produzione per l’energia rinnovabile e la mobilità sostenibile.
Altro percorso di una comunità territoriale forte e intenzionale è quello di Mondeggi bene comune – fattoria senza padroni, anch’essa alle porte di Firenze, dove grazie (o nonostante) i fondi del PNRR partirà una co-progettazione con la città metropolitana per un progetto di ampio respiro che dovrebbe mantenere e consolidare il cuore agroecologico e comunitario, a partire dal 2026… la partita è tutta da giocare, ma le idee non mancano. Non possiamo non citare, a tal proposito, il sistema di garanzia partecipata condiviso che si sta sviluppando insieme a Rete Humus – dove gli aspetti agronomici, agroecologici, sociali e comunitari siano equamente rappresentati, sia nel metodo che nella governance, con un Forum Agrocivico. Per questo si stanno creando legami tra i produttori di Rete Humus e i territori e filiere dell’economia solidale, in modo da apprendere gli uni dagli altri e fare rete e sinergia localmente.
Infine, brulicano le proposte per le Comunità energetiche rinnovabili e solidali (CERS), da nord a sud… in attesa dei decreti attuativi che dovrebbero finalmente vedere la luce in questi giorni. Vari soci della RIES sono coinvolti e hanno già cominciato a condividere idee e competenze. Sono davvero tante le iniziative che vediamo nascere o continuare a svilupparsi – empori e food coop, nuove forme di distribuzione solidale, spazi auto-gestiti, cooperative di comunità, CSA, fondi co-gestiti e prestiti sociali… nonostante le crisi multiple internazionali che continuano a sovrapporsi. E’ un segnale positivo e che dà speranza, per il passaggio da un anno tragico come quello che sta finendo al prossimo, che si apre con nuove sfide. Il movimento dell’economia solidale c’è e si mette in gioco.