«L’Europa conta oggi circa 9 milioni di aziende agricole, rispetto ai 15 milioni del 2003, e l’età media dei produttorə è di 57 anni. I contadini lottano per accedere alle sementi, alla terra, all’acqua e al mercato. Le politiche pubbliche privilegiano gli interessi del mercato e i profitti delle imprese rispetto ai diritti umani e all’alimentazione della popolazione»: è la denuncia del Coordinamento europeo di Via Campesina, che chiede impegni precisi a chi verrà eletto a giugno nella nuova compagina dell’Europarlamento, «perché si cambi direzione».
«I limiti dell’attuale sistema, della crescente industrializzazione dell’agricoltura (in particolare dell’allevamento) e degli ingannevoli meccanismi di sovvenzione della PAC sono sempre più evidenti. La biodiversità sta crollando, il suolo si sta deteriorando, il cambiamento climatico sta accelerando e i contadinə sono i primi a pagarne il prezzo – scrivono da Ecvc – Eppure, di fronte a tutto questo, i contadini continuano a portare soluzioni e speranza alle popolazioni. Continuano a coltivare concretamente un modello agricolo alternativo e più resiliente, basato sulla sovranità alimentare e sull’agroecologia contadina. Questo modello è in grado di nutrire tutti i cittadini, grazie a un approccio sociale che permette di affrontare molteplici crisi sistemiche e si adatta al meglio alle realtà uniche di ogni territorio europeo».
«Questo tipo di agricoltura su piccola scala è possibile solo con un gran numero di aziende agricole e con buone condizioni di vita e di lavoro per i contadinə e i lavoratoriə agricolə in tutta Europa – prosegue Ecvc – Le politiche devono sostenere gli attuali produttori e consentire loro di passare a modelli sostenibili. Queste politiche devono incoraggiare il rinnovamento generazionale, in modo che più persone e più giovani possano accedere alla professione. Dobbiamo costruire ponti di solidarietà e comprensione tra aree urbane e rurali e decostruire l’attuale retorica polarizzante. Dobbiamo essere solidali con il resto del mondo e affrontare la questione di un commercio agricolo internazionale più equo».
«In un contesto di rivolta agricola in tutta Europa, ci sono chiare richieste di prezzi e mercati agricoli più equi e di migliori condizioni di lavoro. Le elezioni europee del giugno 2024 devono permettere ai nostri decisori di organizzare una transizione dei sistemi agricoli e alimentari basata su questa visione della sovranità alimentare» conclude Ecvc.
Fonte: Sito della Rivista Terra Nuova, ARI – Associazione Rurale Italiana