L’Economia solidale continua a diffondersi in Europa. Dal 19 al 21 settembre a Villarceaux, vicino a Parigi, si è svolta l’Assemblea generale di Ripess Europe, la rete europea per l’economia (sociale) solidale, di cui RIES fa parte.  “La tre giorni è stata davvero ben strutturata“, dice Diego Moratti, che ha partecipato in rappresentanza della RIES, “con un’alternanza tra momenti di approfondimento e momenti di conoscenza reciproca tra le realtà presenti, in una varietà di formule – lavori in gruppo, docufilm, interviste, presentazioni di progetti specifici, giochi educativi…“.  Inoltre, continua Moratti, “il confronto con referenti di reti di economia solidale di numerose nazioni europee è stato sicuramente stimolante sia per la ricchezza di approcci differenti rispetto alle tematiche che abbiamo approfondito, sia per la profonda comunanza di intenti e valori alla base dell’operare di ciascuno“.  Per concludere: “notevole infine il potenziale emerso dalla Rete europea: è necessario proseguire il lavoro di coordinamento e organizzazione delle numerose progettualità in corso che mettono in relazione nazioni e reti diverse in primis, ma sulla base di questi riscontri diventa ancora più doveroso accrescere questo scambio e queste sinergie per raggiungere una massa critica e obiettivi concreti che ormai richiedono un livello europeo di azione e partecipazione“.

Qui un breve riassunto delle tre intense giornate.

Durante il primo giorno dell’incontro, è stata fatta un’analisi collettiva delle sfide e del quadro attuale del lavoro della rete. La questione climatica ed ecologica, l’evoluzione del quadro politico in Europa con la crescita delle destre al governo, le crisi umanitarie (guerre e migrazioni) e la situazione “post” pandemica offrono varie sfide, alle quali occorre rispondere come movimento in un’alleanza sempre più vasta e approfondita (come quella che si sta stabilendo con la rete “sorella” ECOLISE, di cui RIPESS Europa è diventata a sua volta membro).

È stata presentata la nuova Commissione per la Cura, che risponde a domande quali: Come lavoriamo insieme nell’economia solidale? Come si svolgono i nostri processi di selezione, le nostre riunioni, l’inclusione e la costruzione comune di senso e consenso?  Dal momento che condividiamo gli stessi valori femministi che mettono sul tavolo la cura delle persone con cui lavoriamo e di quelle di cui ci prendiamo cura come organizzazioni, oltre che del pianeta, questa commissione è sentito come uno sviluppo necessario.  A proposito è stato anche presentato il progetto recentemente approvato “Youth care for change”, progetto europeo presentato con COSPE, sulla cura nelle organizzazioni giovanili  con un approccio femminista intersezionale.  E’ stato presentato anche il lavoro di RIPESS intercontinentale, il coordinamento internazionale che lavora soprattutto sull’advocacy con le Nazioni Unite.

La serata è stata dedicata alla visione di un docufilm appena uscito, “Alter Nativas“, sulle molte pratiche di altreconomia esistenti oggi in Spagna e Catalonia.

Il secondo giorno, in risposta alla domanda “Chi siamo – oggi?”, si è cercato di consolidare le basi prendendo in considerazione organizzazioni, partenariati, interrelazioni e alleanze, ripensando i valori chiave e riaffermando ciò che emerge da essi (REAS, la rete spagnola, ad esempio, ha svolto un lavoro collettivo per rinnovare la sua carta dei principi). Quali sono i concetti fondamentali e le relative pratiche che vogliamo promuovere?  Si è preso spunto dal metodo seguito dal progetto COOPTER di Cooperazione territoriale per decidere il contenuto del manifesto su “ESS, cultura e cooperazione territoriale” per poi lavorare a come declinare i temi scelti dai membri europei: Solidarietà, Giustizia sociale, Equità e uguaglianza, Sostenibilità ambientale e discutendo come si collegano a molti altri principi e tematiche trasversali. Poi, tra questi, sono stati scelti alcuni concetti che potessero rappresentare le sfide odierne per redigere in piccoli gruppi di lavoro la frase che potrebbe essere implementata nella carta dei valori: solidarietà, giustizia sociale, diversità, trasformazione sociale-economica, autogestione, reciprocità e lavoro dignitoso.

E’ seguita una sessione su “Come ci organizziamo” e la proposta di approfondire la metodologia sociocratica per poi passare ai cerchi tematici intorno ai temi della Cura, delle Politiche pubbliche,
della condivisione delle Conoscenze, delle forme di Cooperazione territoriale.

Per concludere i lavori della giornata, si è fatto un mercato delle idee e dei progetti, condividendo le proposte di inter-cooperazione tra membri e alleati e le opportunità di collaborazione sulle diverse tematiche emerse. In questo modo la rete beneficia di possibili sinergie e di un lavoro comune sul continente (e non solo).

L’ultimo giorno è stato dedicato a una tavola rotonda aperta (“fish bowl”), divisa in due fasi: una prima sulle politiche europee, con Sara de Heusch di Social Economy Europe, Juan del Rio di Ecolise / Transition Network e Patricia Andriot di RTES France, rete di autorità locali che promuovono l’ESS.  È stata sottolineata la necessità di lavorare insieme, soprattutto in vista di e per il post-elezioni europee 2024.

La seconda parte della tavola rotonda si è concentrata su un livello più internazionale con, tra gli altri, Martin Georges del GSEF (Global Social Economy Forum – il prossimo si terrà a Bordeaux, in Francia, nel 2025) e Sandra Moreno di Ripess Intercontinental. La discussione, vivace e partecipativa, si è concentrata molto sulla necessità di trovare le linee comuni tra i diversi movimenti (economia sociale, economia solidale, decrescita, economia della ciambella, economia del bene comune…) per spingere ed essere presenti nelle diverse arene per una risposta alternativa al capitalismo di più ampia portata. Il problema principale è la mancanza di risorse e alcuni punti di vista contrastanti che la cooperazione e il dialogo possono risolvere nel prossimo futuro.

Moltiplicare le reti e gli ecosistemi locali, collegarli tra di loro, far crescere le conoscenze sulle pratiche alter-economiche e il riconoscimento di comunità di pratica emergenti… l’ambizione del lavoro collettivo di rete è alta… come anche la voglia di convivialità, con momenti di discussione libera davanti al fuoco di campo e di tessitura di relazioni, che sono alla base della solidarietà forte che vogliamo.