Proponiamo la lettura l’articolo di Duccio Facchini, direttore di Altreconomia, che ha intervistato Francesco Vignarca della Rete italiana pace e disarmo.
Ursula von der Leyen ha annunciato a inizio marzo un piano straordinario per mobilitare fino a 800 miliardi di euro nel campo della Difesa europea. Tra le leve finanziarie immaginate ci sono anche i fondi per la Coesione o la possibilità di derogare al Patto di stabilità. Ma davvero la corsa al riarmo garantisce diritti per i popoli e stabilità tra i Paesi?
“Siamo in un’era di riarmo. E l’Europa è pronta a incrementare in modo massiccio la spesa per la difesa”. Il 4 marzo 2025 la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha presentato in poco più di sei minuti le linee guida di un nuovo progetto chiamato “ReArm Europe” che a suo dire “potrebbe mobilitare quasi 800 miliardi di euro per un’Europa sicura e resiliente”. Tono grave su sfondo blu notte.
La strada è spazzata da un vento del riarmo che soffia fortissimo. Tra chi non si fa impressionare da una retorica ormai quasi caricaturale c’è Francesco Vignarca, coordinatore delle campagne della Rete italiana pace e disarmo. Conosce bene il lessico del comparto militare e dei suoi accoliti. Insieme ai suoi colleghi internazionali tenta di decostruirlo da più di vent’anni. Un conto è la pace, riflette, un conto è la supremazia. La prima garantisce sicurezza, la seconda nient’affatto.
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