Secondo modulo formativo: Per un’economia delle comunità

A fronte di un sistema economico che strutturalmente produce disuguaglianze e conflitti e che ha fatto della massimizzazione del profitto di pochi il proprio fine, vogliamo rimettere al centro di un’economia nuova – perché trasformata – la cura delle persone e del pianeta. Partire dai luoghi della vita e del lavoro, dai legami di prossimità e dai bisogni di beni materiali e immateriali che tengano conto del bene comune e non degli interessi di pochi e di una cultura fondata sull’individualismo esasperato: questo non significa guardare al passato o seguire la logica del “piccolo è bello” ma ricostruire dalle radici un nuovo paradigma sul quale fondare culture, società, economie di pace, sociali e solidali.

Consideriamo come risorsa preziosa e ancora viva l’intuizione e l’utopia di Adriano Olivetti che ha creato una stretta relazione tra l’impresa e la comunità nella quale era insediata. Con uno sguardo non nostalgico e disincantato sappiamo che in alcuni casi alcune imprese possono rappresentare uno strumento di riequilibrio e di rinascita di zone interne, di zone interessate da transizione industriale e di regioni che presentano gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici. Affinché questo accada, però, è necessario che queste imprese non siano monadi autoreferenziali ma divengano capaci – anche loro – di trasformarsi e di proporsi, a loro volta, come volani di trasformazione: da pedine di un’economia globalizzata e finanziarizzata a cellule capaci di rispondere ai bisogni dei luoghi in cui sono e delle persone che li vivono; da luoghi dove la precarietà e l’insicurezza di chi vi lavora lasci il posto ad un’innovazione che non sia solo tecnologica ma anche e prima di tutto sociale; da macchine di riproduzione e accumulazione di capitale a co-agenti di comunità solidali.

Ed è almeno altrettanto vitale guardare a ciò che c’era e c’è (o non c’è o non c’è più) attorno a queste imprese, pure virtuose, al loro impatto economico, sociale, ambientale e culturale e alla qualità della vita e alle relazioni di chi vi lavora e delle comunità in cui sono insediate. Perché l’economia che vogliamo costruire non ha al centro l’impresa ma le persone e la loro vita, personale e collettiva.

Quali sono allora i luoghi in cui si creano relazioni di comunità? Da chi e come sono governati? Che finalità si propongono? In che modo le pratiche che vi si svolgono possono diventare politiche (almeno) locali e diventare riproducibili? E qual è – o potrebbe essere – in questo il ruolo delle istituzioni, a partire dai Comuni e, in genere, dagli Enti Locali più vicini ai territori?

Temi impegnativi e vasti ai quali non si può certo pensare di dare risposta con un confronto come quello che stiamo proponendo. Ci hanno insegnato che per avere risposte di senso è però importante iniziare con il porsi domande di senso. E qui abbiamo iniziato a proporvi alcuni spunti per poterli poi approfondire, al termine di questo modulo, nei territori di ciascuno di noi.

1° incontro – 4 Maggio ore 17.30

Il percorso: motivazioni e aspettative.

Dall’economia delle disuguaglianze all’economia delle comunità.
Soana Tortora – Solidarius Italia

Promuovere comunità dell’economia solidale. Principi e valori, pratiche sociali ed economiche, confronto con le politiche e le istituzioni regionali. Il caso della legge della Regione Friuli Venezia-Giulia.

Ne parliamo con:
Ferruccio Nilia – Sociologo. Iscritto all’Associazione per la decrescita e cofondatore del Forum per i beni comuni e l’economia solidale del FVG.
Massimo Moretuzzo – Consigliere regionale Friuli Venezia Giulia. Imprenditore. Cofondatore del Forum per i beni comuni e l’economia solidale del FVG.

2° incontro -11 maggio ore 17.30

Promuovere dal basso economie di comunità…

Possono diventare veri e propri vettori di trasformazione economica e sociale e operare accogliendo e rispondendo alle domande di chi in quei territori vive. Possono giocare un ruolo importante nella formazione per nuova occupazione e nuovi lavori di giovani e non solo; nella valorizzazione delle aree del loro insediamento in una logica non estrattivista ma che risponda proprio ai bisogni materiali ma anche sociali e culturali degli abitanti anche dei più fragili; nell’utilizzo di nuove tecnologie non fini a se stesse ma dedicate all’innovazione di settori tradizionali; nella ricostruzione e rialimentazione di filiere sostenibili, dando finalmente spazio ad una ecologia integrale..
Intervengono:
Osman Arrobbio – Ricercatore in Sociologia dell’Ambiente e del Territorio presso l’Università di Parma.
Comunità per la transizione energetica
Susanna Cattini – Camilla, Emporio di Comunità – Soc. Cooperativa
Fare comunità a Bologna nel quartiere S. Donato
Claudio Moretti – Cooperativa Corte di Rigoso (PR) – Cooperativa di Comunità
Far nascere una cooperativa di comunità per … tornare in montagna.
Giovanni Teneggi – Responsabile Nazionale Confcooperative per lo sviluppo della cooperazione comunitaria
Cooperazione: fare economia costruendo comunità

Conduce: Soana Tortora – Solidarius Italia

3° incontro – 18 maggio ore 17:30

Trasformare la cultura e trasformare la politica per trasformare l’economia.

Basta mettere in moto una trasformazione dal basso?
Un’economia di comunità nasce… da una comunità che si riconosce e si definisce come tale, che progressivamente fa emergere i suoi attori ed esprime i suoi bisogni come bisogni condivisi del territorio nel quale ha le proprie radici.
Proprio a partire da qui la comunità stessa inizia a dare risposte che, in prospettiva, dovrebbero poter perdere il loro carattere settoriale per allargare il loro orizzonte verso una trasformazione integrata (e integrale) di quel territorio.
Probabilmente in questa fase c’è bisogno del supporto di attori differenti, necessario a costruire coesione e unità di intenti, alleanze e legittimazione anche da parte di istituzioni locali, affinché questi percorsi – e le proposte di cui sono portatori – non si rinchiudano in nicchie autoreferenziali. Allo stesso modo è importante tenere al centro il tema della governance democratica e il carattere partecipato delle imprese cooperative, come anche di altre forme di aggregazione sociale che producano cultura di comunità oltre che economia di comunità.
Tutto questo richiede strumenti e competenze. Professionalità tecniche aperte all’ascolto e perciò all’innovazione ma, insieme, capacità di innovare una cultura politica che sappia tenere aperto il dialogo con istituzioni – a partire da quelle locali – abituate ad interloquire nell’ambito di una cultura novecentesca restia ad operare in termini di co-programmazione e co-progettazione territoriale.
E questo richiede una trasformazione…copernicana
Intervengono:
Paolo Cacciari giornalista e saggista, attivista dei movimenti sociali e ambientalisti. Si occupa di decrescita e beni comuni e collabora con il sito www.comune-info.net. È stato assessore all’ambiente al Comune di Venezia, consigliere regionale e deputato.
Matteo Rossi – Presidente del Distretto di Economia Sociale Solidale (DESS) di Bergamo. E’ stato Presidente della Provincia di Bergamo.
Conduce: Soana Tortora – Coordinatrice Solidarius Italia

4° incontro – 25 maggio ore 17.30

L’economia del bene comune e il bilancio del bene comune delle imprese

“Il nostro attuale sistema economico ‘sta funzionando al contrario’. Il denaro è diventato un fine in se stesso piuttosto che un mezzo per ciò che conta davvero: una buona vita per tutti”
Christian Felber, co-fondatore del EBC
L’Economia del Bene Comune (EBC) è un movimento internazionale che propone un modello socio-economico etico in cui l’economia mette al centro il benessere delle persone e del pianeta, basato su 5 valori fondamentali orientati al bene comune: Dignità umana – Solidarietà Giustizia sociale – Eco-sostenibilità – Trasparenza e condivisione democratica.
Opera sia sul piano economico, utilizzando lo strumento del Bilancio del Bene Comune; sul piano sociale, attraverso un’educazione a riflettere su e a trasformare il proprio stile di vita; sul piano politico, come motore che stimola anche enti pubblici e istituzioni al cambiamento. https://www.economia-del-bene-comune.it/

5°incontro 5 giugno

Workshop Economia circolare: riconoscere, valorizzare e costruire buone pratiche
Workshop a cura di A Sud, in collaborazione con economiacircolare.com
Partiremo dalla conoscenza dell’impatto dell’umanità e dei cicli produttivi sulle risorse naturali, sugli ecosistemi e sulle persone e dalla comprensione dei principi dell’economia come una delle necessarie alternative da praticare per rispondere all’emergenza ambientale e climatica che stiamo attraversando. Approfondiremo i criteri per la definizione e selezione di esperienze aziendali, imprenditoriali e di impresa sociale riconoscendo le esperienze realmente circolari per diverse filiere e categorie merceologiche, con strumenti di debunking dei tentativi di circularwashing. Particolare attenzione sarà dedicata alle esperienze ad alto valore sociale      

  

Per i residenti area nord  [Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino A.A.,Veneto, Friuli V.G., Emilia Romagna]  Iscriviti qui entro il 3 maggio 2023

 

La Scuola di Attivazione Politica è organizzata dalle associazioni Fairwatch, grazie alla collaborazione dell’ Arcs Culture Solidali  nell’ambito del progetto “Reti Solidali Competenti” finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione a livello nazionale con la Ries (Rete Italiana economia solidale ) e con l’osservatorio delle economie solidali e trasformative (www.oest.it ), la rete nazionale Fuorimercato  – Autogestione in Movimento, Ari Assocazione Rurale Italiana , ASud Onlus, Tamat e il magazine economiacircolare.com  A livello locale il corso sarà promosso da diverse realtà territoriali.. A livello locale il corso sarà promosso da diverse realtà territoriali tra cui Forum beni comuni economia solidale FVG, AERES Venezia, DES Bergamo, Rete Humus, Rete trentina economia solidale, Solidarius Italia, Federazione per l’Economia del Bene Comune in Italia, Gas Torino, TiLT, MAG Verona, Progetto CommonFare.

OBIETTIVI DEL CORSO

  • Far crescere la cultura della economia trasformativa ecologica, circolare, sociale e solidale.
  • Aiutare a riconoscere, sostenere, allargare la partecipazione e la cooperazione delle esperienze in corso.
  • Promuovere l’innovazione sociale diffondendo buone pratiche socialmente ed ecologicamente sostenibili.
  • Sviluppare competenze per implementare nuove forme di imprenditorialità.
  • Sviluppare alleanze e partnership.
  • Aiutare a discernere le reali buone pratiche di economia circolare e sostenibilità dai tentativi di greenwashing

 A chi ci rivolgiamo

A un gruppo-pilota di almeno 65 persone per area.  Oltre a questo formazione on line è possibile prevedere per le reti territoriali che ne faranno richiesta un’attività laboratoriale locale in presenza per avviare percorsi di attivazione locale sulle tematiche del corso.

Il corso è aperto a tutte le soggettività ma per la peculiarità dei temi trattati è particolarmente indirizzato a operatori/trici dell’economia sociale e solidale, del volontariato e del “terzo settore” in generale, studenti/esse universitari/e, associazioni, organizzazioni, attivisti/e, giornalisti/e, gruppi informali.

Durata

Il corso si terrà una volta a settimana.  L’impegno stimato, per i partecipanti sarà circa 2/3 ore alla settimana, ma ognuno può procedere con il suo passo, scegliendo e concordando un proprio piano di studio e di autoformazione, così da seguire solo le sessioni che lo interessano di più. Si prevedono settimanalmente delle sessioni sincrone on line di massimo tre ore o workshop di mezza giornata mentre i video vengono caricati ogni settimana, in modo da lasciare agli studenti il tempo di organizzare la visione quando ne hanno la possibilità.

Il corso di svolgerà on line con piattaforma zoom con il supporto della piattaforma educativa “Saperi Comuni”  www.sapericomuni.it messa a disposizione dal nostro partner Comune info

Partecipazione

Il corso è strutturato per moduli per avere l’attestato finale è richiesta la partecipazione almeno all’70% degli incontri.   Sarà però possibile anche seguire le sessioni in maniera asincronica, ossia nel caso non si possa sempre partecipare in presenza sarà possibile ascoltare la registrazione ed inviare un’attività a commento della lezione. È previsto un attestato di partecipazione finale e per moduli.